martedì 12 maggio 2020

12 Maggio e un piccolo sfogo

 Amici Miei, 
ci sono cose che scrivo su Facebook e cose che preferisco scrivere qui, dove per leggere bisogna venire a cercarle. Dì la arrivano in pasto a chiunque e purtroppo gli analfabeti funzionali sfiorano percentuali bulgare.



"Questa esperienza ci renderà migliori". 
No. Se gli esseri umani fossero fatti per diventare migliori dopo una crisi, ci sarebbe stata una sola guerra all'inizio dei tempi e poi basta. E invece, a livello globale, viviamo in perenne stato di guerra. Se non è qui è lì, ma c'è sempre un luogo del mondo in cui si combatte, si ammazzano bambini, si bombardano case (nella migliore delle ipotesi: più spesso si ammazza col machete). Abbiamo vissuto guerre, carestie, pestilenze, terremoti, alluvioni, i 4 cavalieri dell'Apocalisse scorrazzano tranquillamente, se ne vanno in giro al trotto, lasciano i cavalli alla stazione di posta e ne prendono di freschi per proseguire il viaggio. Siamo diventati migliori? No. Quindi perché dopo questa crisi da quattro soldi dovremmo d'un tratto riscoprire valori che non abbiamo? E ribadisco il concetto: crisi da quattro soldi. Rimanere chiusi in casa per due mesi, con la possibilità di uscire a fare la spesa. Basterebbe un qualsiasi piccolo spacciatore condannato a due anni di domiciliari per riderci in faccia. Abbiamo perso il lavoro. Per due mesi. Ok, qualcuno lo perderà per più di due mesi. Personalmente non so se potrò mai tornare sul palco, non so se vorrò farlo. Ma questo è un discorso che svilupperò più avanti. 
Stiamo vivendo quella che io uso chiamare "La patetica sindrome dell'11 settembre". Enucleo il concetto. L'11 settembre 2001 due aerei si schiantano sulle Torri Gemelle di New York. Muoiono 2977 civili e 19 attentatori. D'un tratto gli americani si sentono in guerra, sono spaventati a morte, si sentono feriti, soprattutto si sentono vulnerabili, e hanno PAURA. Per cosa? Per un unico evento che ha interessato un unico giorno in un'unica città. Non si sono mai resi conto gli americani che la guerra è una cosa diversa. La guerra è l'11 settembre, ogni giorno, per dieci anni consecutivi, in tutte le città, ad ogni ora del giorno e della notte. La guerra è massacri, stupri, violazione dei diritti umani a ogni piè sospinto. Un totale di 500.000 morti. Questa è la guerra, non l'11 settembre.
E allo stesso modo, questa pandemia: è triste, ci sono tanti morti, mette a repentaglio il nostro lavoro, ma soprattutto, e questa è la cosa che proprio non ci va giù, mette a repentaglio il nostro stile di vita. Non vogliamo "non fare" determinate cose. Vogliamo continuare a essere liberi di scorrazzare senza freni, non abbiamo le palle per dire fermi tutti, è necessario fare un sacrificio. Non siamo in grado di pensare che potremmo anche fare un sacrificio. 
Mi viene in mente quel ragazzo che incontrai qualche anno fa che mi disse: "Mamma mia: un mio amico si è trasferito al nord e un altro amico proprio intimo di quando eravamo bambini, si è suicidato: sono proprio sfortunato." Non è così, non siamo poi così sfortunati noi che stiamo vivendo questa pandemia, almeno qui al sud: è una cosa seccante, fastidiosa, pericolosa certo perché può uccidere, ma evitare la morte ora che sappiamo che può accadere, non è difficile! Basterebbe non essere gli idioti che siamo a voler a tutti i costi far riprendere il campionato di calcio oggi. Basterebbe pregare Gesù in casa propria anziché per forza in chiesa. Basterebbe, per noi artisti, trovare un modo per farci pagare suonando da casa. Voglio dire: per vedere un film da casa Netflix lo paghiamo: la tecnologia c'è. Non c'è un sindacato che ci protegga (cosa che i calciatori hanno), non c'è una "Lega Musicisti" che valga quanto la Lega Calcio, siamo, noi poveri artisti, calpesti e derisi perché siam divisi.
Ma è comunque temporaneo, e durerà moooolto meno di una guerra. Ci vuole solo pazienza e un po' di senso di responsabilità. I nostri nonni andavano a morire per permettere a noi di vivere. Noi invece vogliamo a tutti i costi uscire, col rischio di ammazzare i nostri nonni. E anche i nostri nipoti. Datevi una calmata, santoddio!!!

E poi c'è la questione Silvia Romano. Cioè... a Voi analfabeti funzionali basta una foto di Chiara Ferragni per convincervi a comprare otto euro di acqua, basta un'etichetta "al profumo di vagina" per farvi correre a comprare una candela, e una ragazza sequestrata e tenuta segretata per 18 mesi da terroristi islamici non deve subire conseguenze psicologiche o psichiatriche, tipo decidere di convertirsi e indossare abiti islamici? 

No, non diventeremo migliori perché, come dico sempre da anni e ora non posso fare altro che convincermi ancora di più che ho ragione: non puoi essere quello che non sei.

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Buona Giornata
Bac

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