lunedì 26 agosto 2019

BAC-STAGE #009 - Agosto 2019 (Parte Prima)


 Amici Miei,
 CAPITOLO UNO


In un mio post su Facebook del 5 agosto esprimevo il seguente pensiero:

“Solo chi c'era può capire la MERAVIGLIOSITÀ della prima edizione della#nottebiancadellipocondria celebratasi ieri sera in quel de Lu Mbroja, a Corigliano. Applausi all'ideatore Pierpaolo Lala, al suo compagno di merende Massimo Donno, e un ringraziamento particolare alle artiste con cui ho avuto l'onore di duettare o che ho avuto l'onore e il piacere di accompagnare Serena Spedicato e Michela Jingu Giannini con Carmine Tundo!!! Senza scordare il Dj Sert di Salvatore De Simone (Ulteriori particolari nella nota Bac-Stage 009 di prossima pubblicazione)”

È dunque arrivato il momento di quella “prossima pubblicazione”.

Tutto ha inizio il 29 giugno, quando il pianista Roberto Esposito si esibisce, col suo spettacolo dedicato a Michel Petrucciani, presso l’Art&Lab “Lu Mbroia” (che io preferisco scrivere Mbroja, perché sono fatto così che ci volete fare...) di Corigliano d’Otranto. Mi avvio fiducioso presso il luogo del concerto, poco sapendo che mi toccava tesserarmi. Comunico nome e cognome alla signorina che mi compila la tesserina e mormoro nell’orecchio dell’amico con me: “Mo’ iti ca sbaglia lu cognome...”. Sputa che incolla, cognome sbagliato. Ma tanto sono abituato, va bene così. Basta.

Passa qualche settimana e vedo su Facebook un post di Pierpaolo Lala che dice che il 4 agosto si terrà La Notte Bianca dell’Ipocondria, promettendo che ci sarebbero stati “gli stand enofarmacologici, i balli di gruppo con i corsi di Dansia Contemporanea con Laura De Ronzo, la musica malinconica dell'AnsiaEnsemble che ospiterà, tra gli altri, Serena Spedicato, Roberto Mangialardo, Michela Jingu Giannini, CristiAna A. Francioso, Emanuela Gabrieli, Aurelia Cipollini, Bianca Chiriatti, il cinema intimista e la gara di crisi di panico che si concluderanno con sensi di colpa collettivi. I partecipanti - salvo cataclismi potrebbe esserci anche il mitico Antonio Stornaiolo - saranno interrogati su autodiagnosi e primo soccorso su Google per arrivare all'elezione di Miss e Mister Dolore Psicosomatico. Se arriveranno in tempo i soccorsi, cosa non scontata, defibrillatore libero. Da non perdere il monologo di Adelmo Monachese detto Resto! I più coraggiosi, rischiando contaminazioni di ogni tipo, potrebbero cenare dalle 20:30 (buffet 5 euro).”

Essendo io libero da impegni, prendo nota della cosa ripromettendomi di andare a sbariarmi un po’ con le amenità Laliane (ma anche Massimodonniane). DI CUI commento il post con un baccassiniano “Avendo io il portafogli cardiopatico, chiedo: i 5 euro della tessera bisogna pagarli anche se hai già la tessera, ma con il cognome vagamente sbagliato?” a cui Lala replica: “Andrea Bac Baccassino, se vieni a fare qualche pezzo ti regalo una mascherina” Potevo io forse rinunciare a una mascherina?

E così mi sono ritrovato catapultato in mezzo quella banda di matti (ma veri, da OPIS) di cui parlavo appunto nel mio post che ho riportato all’inizio di questa nota. Dovevo portare la chitarra e fare un paio di pezzi, e invece mi sono portato appresso anche le tastiere, per il chissà, e infatti mi sono ritrovato a fare alcune mie canzoni ormai storiche, a cantare un paio di cosette ipocondriache scritte per l’occasione, ma soprattutto ad accompagnare Miss Mykela e a duettare con Serena Spedicato in una performance a metà tra Franco e Ciccio e Jacques Tatì, con “imbrogli” di cavi, leggii illeggibili, epifanie ayurvediche in cui tutto diveniva chiaro semplicemente scambiandosi di posto (“Era così semplice!!!”)! A rifarlo, non riesce più così!

Insomma, la Notte dell’Ipocondria, cui hanno partecipato ipocondriaci in cerca di sostegno e comitive di medici in cerca di risposte, si è rivelata essere una Panacea che, almeno per quelle poche ore lì, ha guarito tutti i mali!


 CAPITOLO DUE  

Il secondo highlight di agosto riguarda uno spettacolo passato immeritatamente un po’ in secondo piano: l’Andrea Baccassino Live Show di sabato 17 presso la Villa Comunale di San Pietro in Lama. Organizzata dall’Assessora Federica Rizzo, la stagione estiva del comune di San Pietro in Lama e la Rassegna “Teatro e Musica” vedevano in cartellone una serie di commedie di teatro popolare, e poi il sottoscritto. Ora, non so se ve ne siete mai resi conto, ma nelle piazze del Salento tu puoi invitare pure gli Abba a fare un concerto, ma in termini di pubblico il teatro popolare (VIVADDIO!!!) è imbattibile! Di questo parlavo proprio con l’assessore e altre persone prima e poi anche dopo lo spettacolo. Ciononostante anche io nella Villa Comunale ho avuto il pieno, se non il pienone. Ma questo sinceramente è più un problema che, molto carinamente, si sono posti gli organizzatori che avrebbero voluto offrirmi una platea vasta. Io sono contento se la gente si diverte, pochi o molti che siano. E comunque non erano pochi: le sedie erano tutte occupate e c’era qualcuno in piedi. Durante le serate con le commedie invece pare ci fosse una quantità di pubblico pari a “No ssi capìa nienti!” . Durante il mio spettacolo invece si capìa. La serata non era iniziata proprio benissimo poiché mentre montavo la mia amplificazione ho avuto problemi con una delle due casse la quale non funzionava. Prova questo, prova quello, monta e smonta, alla fine, come diceva Bud Spencer nel film “I due superpiedi quasi piatti”: “Era il chevo...”. Ovvero, era il cavo che collegava il finale alla cassa: si era dissaldato. Tu dici: “E vabbé, cambia cavo!” - Nella borsa avevo solo cavi non funzionanti o decisamente troppo corti. Vabbè, alla fine tira di qua, molla di là, abbiamo risolto e per tutta la sera non ho avuto nessun altro problema. Una di quelle belle serate, divertenti e rasserenanti, che scorrono via lisce lisce per quasi due ore di spettacolo in cui anziché stancarmi mi rilasso!


 CAPITOLO TRE  

Il 18 ho fatto un piccolo intervento a Monteroni durante la serata dedicata a Miss Summer Salento. UN TRIONFO. Il 19 una serata, con i BàshaKa Indie, per una festa privata. Un tonfo. Perché succede: le stesse identiche parole che fanno scompisciare una platea di 500 persone, al punto da dover interrompere più volte il monologo per lasciar sfogare l’applauso, la sera dopo non impressionano nessuno. La Dura Vita del Cabarettista di Provincia!

Fina Prima Parte
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Buona Giornata,
Bac



giovedì 22 agosto 2019

22 Agosto e un cambiamento: la fine

 Amici miei, 
ci ho messo un mese da quel (CONTINUA) pubblicato in fondo al post del 24 luglio, e nel frattempo sono successe tante cose, alcune belle, alcune orribili, proprio come la vita... È morta un'amica e questo è brutto. Al funerale ci siamo rivisti noi della comitiva anni '80 e ci siamo "ritrovati", e questa è una cosa bella. La mia crisi interiore continua, sballottato come sono tra chi sono e chi vorrei essere, tra ciò che faccio e ciò che vorrei fare, tra dove vivo e dove vorrei vivere, tra un passato che si ripropone e un futuro che non riesco più a vedere come mi capitava da giovane. Anche se, a pensarci bene, quel futuro che vedevo così chiaramente poi si è rivelato essere totalmente diverso, ergo non lo vedevo chiaramente per nulla!!! Assodato che indietro non si torna e che "gli orizzonti perduti non ritornano mai", proviamo a dare una sterzata.
Intanto perché sto scrivendo ora, alle 12:14 del 22 agosto? Perché in sottofondo ho un concerto Live a Montreux di Nils Frahm. Questo. https://www.youtube.com/watch?v=izhGLGPmvIU

Ora, non vorrei vantarmi perché non ne ho alcun titolo, ma io queste cose le facevo negli anni '80 / '90 con la mia tastierina e le cuffie nelle orecchie, e quando ho provato a farle ascoltare a qualcuno mi hanno convinto che non fossi in grado di fare buona musica. Vabbè, diciamo che sto semplificando molto, ma resta il fatto che non ho proseguito su quella strada perché nessuno mi appoggiava e alla fine mi sono convinto che era così e ho addirittura venduto la mia strumentazione per comprare un paio di occhiali (da vista) e pagare la bolletta del primo cellulare. E invece non ero io che non ero bravo, era chi mi ascoltava a non capire la mia musica. Avrei dovuto insistere. La colpa resta mia, perché avrei dovuto insistere. All'epoca non avevo dietro le spalle quasi 25 anni di carriera da cabarettista, potevo andare dove volevo. Oggi è più difficile, perché se provo a rimettermi su quella strada c'è sempre "qualcosa qualcuno" che mi tira per la giacchetta rimettendomi in questa cazzo di carreggiata che da anni provo a lasciare. Ma magari ce la posso fare. "Petrichor" is the way. O forse "Petrichor" è solo la bretella che mi metterà sulla nuova autostrada che voglio percorrere. Vedremo. Il mio impegno è totale.
PER CUI, nuovo titolo al blog:
Addio "DIARIO DI UN CANTARETTISTA MALINCOMICO"
Addio "DIARIO DI UN CANTARETTISTA CABAREGISTA"
Benvenuto "DIARIO DI UN CANTASTORIE INDOMITO"

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Buona Giornata, 
BAC

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