è vero, credetemi: è accaduto! Il progetto Petrichor ha spiccato il volo.
Nell’ambito della rassegna BookStore Sounds che ho organizzato presso (e in collaborazione con) la libreria LibrieMusica di Maglie, ho voluto ritagliarmi uno spazio per lanciare nel mondo questo nuovo figlio. E oggi, venerdì 24 maggio 2019, l’ho fatto. Come direbbero gli americani: “A musical journey, thirty years in the making!”, un viaggio musicale in lavorazione da trent’anni. Aveva bisogno del momento giusto, delle persone giuste, del ME giusto. Ancora una volta, come ho fortemente voluto negli ultimi anni, non sono più un solista, ma è IL GRUPPO. Quattro persone, innamorate del rock progressivo, quello classico ma anche quello contemporaneo, con le sue tante derivazioni. Siamo partiti, portando al pubblico le prime 5 canzoni. Come ampiamente promesso alla vigilia: canzoni in italiano, inglese e dialetto. E un brano strumentale.
LA SCALETTA
- Exhale
- Scinnaru
- Quando La Luna
- The Unexpected
- Uomini o Caporali.
EXHALE
Oggi tutti scrivono canzoni dedicate ai migranti, ai morti in mare. Io l’ho fatto nel 2002. All’epoca registrai un demo e credo di averlo fatto ascoltare solo all’amico di sempre Luigi Mariano. Poi è successo che il mio computer è morto, e così ho perso il demo cantato e mi è rimasta solo la base musicale... ma quando il buon Luis si è messo a fare pulizia nel suo computer, è rispuntato fuori, e me l’ha spedito via mail il 5 agosto 2018!!! Era un segno. Un loop ripetitivo che gestisco con il computer, e il resto suonato live. Ovviamente oggi mi sono incartato un paio di volte (canta, suona il basso, gestisci i loop... a un certo punto anziché premere i tasti della tastiera collegata al computer, premevo la parte di tastiera senza tasti...),
ma alla fine Exhale ha visto la luce. Prossimamente lo farà anche la sua prosecuzione “Oh the sea”. Il testo è in inglese, parla di un giovane migrante (all’epoca si chiamavano “extracomunitari”), fermo con la sua famiglia su una spiaggia africana, a guardare il mare poco prima di salire su un barcone per il suo viaggio della speranza. “Il mare non è il passato, e non è il futuro: è l’attesa di ciò che sarà. È restare lì sospeso nell’attimo infinitesimo tra l’inspirare e l’espirare.”
ma alla fine Exhale ha visto la luce. Prossimamente lo farà anche la sua prosecuzione “Oh the sea”. Il testo è in inglese, parla di un giovane migrante (all’epoca si chiamavano “extracomunitari”), fermo con la sua famiglia su una spiaggia africana, a guardare il mare poco prima di salire su un barcone per il suo viaggio della speranza. “Il mare non è il passato, e non è il futuro: è l’attesa di ciò che sarà. È restare lì sospeso nell’attimo infinitesimo tra l’inspirare e l’espirare.”
SCINNARU
La storia di “Scinnaru” l’ho raccontata spesso: scritta una quindicina di anni fa, quando l’ho fatta ascoltare ad alcune persone non hanno mostrato alcun interesse. Eppure io ero convinto del suo valore. In occasione del Primo Memorial, l’ho portata al pubblico affidandola però alla meravigliosa voce di Elisabetta Macchia che ne ha dato una versione talmente favolosa che è stata notata e pubblicata su un cd... (E io gongolavo). Con i Petrichor mi sono in qualche modo riappropriato di Scinnaru, con un arrangiamento nuovo, molto diverso dalla versione di Elisabetta. Oggi mentre la cantavo c’è stato un momento (lo giuro) in cui stavo per mettermi a piangere, è stato molto difficile impedire alla mia voce di rompersi...
La storia di “Scinnaru” l’ho raccontata spesso: scritta una quindicina di anni fa, quando l’ho fatta ascoltare ad alcune persone non hanno mostrato alcun interesse. Eppure io ero convinto del suo valore. In occasione del Primo Memorial, l’ho portata al pubblico affidandola però alla meravigliosa voce di Elisabetta Macchia che ne ha dato una versione talmente favolosa che è stata notata e pubblicata su un cd... (E io gongolavo). Con i Petrichor mi sono in qualche modo riappropriato di Scinnaru, con un arrangiamento nuovo, molto diverso dalla versione di Elisabetta. Oggi mentre la cantavo c’è stato un momento (lo giuro) in cui stavo per mettermi a piangere, è stato molto difficile impedire alla mia voce di rompersi...
QUANDO LA LUNA
Una canzone che viene direttamente dal mio passato più remoto, vecchia almeno di vent’anni... più probabilmente venticinque. Una “litania” d’amore che in questa versione live ha sprigionato una potenza che non mi aspettavo. Anche qui, pelle d’oca!
THE UNEXPECTED
Brano strumentale, scritto poche settimane fa anche se la linea di basso mi frullava in testa da un paio d’anni e il ritornello viene addirittura da una mia canzone del 1993... Ma in quella canzone non aveva senso: qui è perfetto! Quasi 9 minuti in cui mi sono divertito un mondo a saltare da un 6/8 a un 4/4, fino a un 15/8 per poi tornare al 6/8. Le “castìme” di Toni Nichil per la parte di batteria mi perseguiteranno per sempre, come quelle di Sergio De Donno per la parte di synth e quelle di Marcello Greco per l’arpeggio di chitarra. E io gongolo!
UOMINI O CAPORALI
Questa la sto portando in giro da un po’ di tempo, anche se... non è ancora completa! Si comporrà di tre parti ma per ora eseguo sempre e solo la prima. Questo perché ancora non esistevano i Petrichor, ora che ci sono completerò anche la canzone.
Il piacere, la goduria di suonare queste canzoni, suonando il basso, accompagnato da tre pazzoidi come me, grandi musicisti più di quanto io non sarò mai... e un aiuto dal cielo quando, sulla parta di tappeto sonoro di Unexpected, i rondoni in volo hanno garrito proprio al momento giusto. Nasce sotto una buona stella questo progetto. Almeno, lo spero vivissimamente. E la cosa ancora più bella è che esistono delle riprese video che testimoniano l’evento a imperitura memoria! Valeria Marrella questa volta ha voluto strafare, o forse è stata costretta a farlo :-), e si è portata appresso 4 telecamere: copertura completa!
BRIVIDI!!!
Ora non resta che partire in tournée.
___________________
Buona Giornata
Bac
Nessun commento:
Posta un commento